UN MONUMENTO CITTADINO RESTAURATO

di Emilio Mancini
“Attico”

Da Il Piccolo, numero 38, domenica 21 settembre 1913

 

Ieri si riapriva al culto la secolare chiesa della Madonna del Pozzo, designata anche col nome di Madonna di fuori, perché una volta rimaneva fuori della Porta Fiorentina; colà dove ora sorge l’elegante cupola del Fracassa, si trovò sino al 1522 l’osteria della Cervia, un modesto albergo a piè delle mura castellane, composto di sei camere, una sala, una cucina e bottega, di proprietà dell’Opera della Pieve, alla quale lo lasciò Pietro di Donato del Perone di Castelfranco di sopra l’anno 1441 con lire 300 di masserizie.

Presso detto albergo sulla pubblica via si apriva un pozzo di acqua limpida e sopra di esso era incavato nel muro un tabernacolo con l’ immagine della Madonna col Bambino, colorita a fresco, e ai piedi di essa quattro santi. Questa immagine, tuttora venerata, è pregevolissimo lavoro della scuola giottesca.

La pia tradizione narra che un giuocatore incollerito di una sua perdita, bestemmiando le scagliò una palla o un sasso, colpendola nel ciglio destro, ove si formò una macchia dall’aspetto di livido. Nel 1522 poi l’albergo bruciò, ma restò intatto il tabernacolo.

Onde grande commozione tra i fedeli, i quali, desiderosi di togliere la Vergine da quel luogo indegno, fecero istanza alla Compagnia di S. Andrea, che vi fabbricasse una chiesa. Fu costruito infatti un modesto Oratorio, che si può vedere nel noto dipinto di Giorgio Vasari, raffigurante in Palazzo Vecchio il Castello d’ Empoli assediato dagli Imperiali durante il memorabile anno 1530.

Nel 1621 veniva costruito in mattoni dall’architetto concittadino Andrea Bonistalli detto il Fracassa il tempietto ottagonale con le arcate cieche, il quale per la semplicità e l’elegante sobrietà della linee sembra un tardivo fiore del quattrocento piuttosto che spuntato nel pomposo e pesante seicento. Pure del 1621 è il loggiato di 19 colonne che cinge da tre lati la chiesa ed è dovuto al medesimo Bonistalli.

Il buon Maestro Andrea di Simone non deve essere ricordato solo per questi lavori, giacché secondo i suoi disegni fu fatto il presbiterio del Duomo il 21 gennaio 1622 e fu innalzato nel 1619 il Campanile della Collegiata dal termine dei beccatelli di pietra sino al sommo.

Ma la Cupoletta svelta e rosseggiante del vecchio Campaccio rimane il sue capolavoro di buon gusto, tanto più mirabile in un secolo in cui esso era soffocato tra i cartocci e le esagerazioni del barocchismo trionfante.

Molto dopo la cupola «bene intesa e di magnifica struttura», fu costruito il campanile a torre: sul fronte di esso infatti, una iscrizione scolpita in una lastra di pietra serena c’ informa ch’esso fu eretto nel 1795 dalla Compagnia del Suffragio. Le tre campane con iscrizioni latine, figure di santi e lo stemma dell’Opera di S.Andrea portan la data del 1797.

Furon consacrate da Mons. Antonio Martini, arcivescovo di Firenze ed illustre traduttore della Bibbia, il 13 agosto e collocate nella cella campanaria il 26 dello stesso mese. La Confraternita del Suffragio, istituita nel 1651, ha ora voluto aggiungere nuove benemerenze alle antiche.

Addossato all’abside della chiesa era un fabbricato di recente costruzione, che aveva il non invidiabile pregio di deturpare l’edifizio del Fracassa e di sporgere con infelice aggetto sulla Via Roma. Dopo molte pratiche, ottenuta l’autorizzazione dal Ministero della P.I., pochi mesi fa si cominciarono i lavori di demolizione ed ora la Cupola è di nuovo isolata e completamente resa al pristino stato.

Alla costruzione della cancellata – non terminata ancora – hanno provveduto con generoso pensiero i Fratelli Pietro e Paolo Bini, i quali hanno pure contribuito largamente ad aiutare il Comitato che si costituì allo scopo di restaurare il Tempio e di abbellirlo con un pavimento marmoreo.

Il marmo è stato fornito dalla ditta Ciabattini di Carrara. Molti sotto i miglioramenti introdotti; ci contentiamo di notare I’ apertura dell’ “occhio” sulla facciata come era in antico, la nuova sacrestia, e l’aggiunta di una pompa al pozzo, che è nel centro della tribuna.

E’ doveroso notare che a questi lavori il signor Pietro Cantini ha dato non solo un generoso tributo, ma un’attività instancabile e intelligente, coadiuvando il Comitato delle Signore, di cui diamo i nomi:

Rina Bini, Virginia Comparini, Maria Del Vivo, Giuseppina Galli del Vivo (attivissima tesoriera), Guglielma Del Vivo, Filomena Cioni, Cesira Cioni, Giuseppina Paladini, Elvira e Dina Chiarugi, Luisa Cantini, Maddalena Montepagani, Assuntina Parri, Margherita e Virginia Capoquadri, Marianna Giuntini.

Per l’occasione la sig.na Dina Botti ha gratuitamente eseguito un artistico manto di seta ricamato con rara maestria.

Per i lavori spettanti al Municipio merita una parola di lode l’egregio ingegnere comunale Alfredo Torrini, che curò con amore il ripristino dell’ottagono bonistalliano.

Anche all’ Autorità Municipale vada un plauso per aver contribuito a migliorare l’estetica di una delle principali vie e di un nostro monumento caratteristico, dovuto all’ arte di un modesto, ma valente Maestro del disegno: Andrea Bonistalli, il buon Fracassa empolese, che forse dopo tre secoli rallegra oggi il suo spirito, come quando dava alla suaMadonna del Pozzo fuor di Porta Fiorentina il fiore del suo ingegno “prima che la fune d’argento si rompesse e si spezzasse la secchia d’oro”.

Attico