VARIETA’
I francesi a Empoli e la canzone del cucù
(1799)
di Corrado Masi
da: Miscellanea Storica della Valdelsa , n. 140 – 141, Anno 1940
Il Lazzeri, che nella sua Storia di Empoli, si intrattiene assai diffusamente sui riflessi empolesi dei tempestosi avvenimenti di quel 1799 che vide declinare, sulle rive dell’Adda e della Trebbia, le fortune francesi in Italia, le quali, come è universalmente risaputo, non si riebbero che con la portentosa seconda « campagna d’Italia », chiusasi il 14 giugno 1800 sui campi di Marengo, dove i 26.550 fanti, i 2.760 cavalieri e i 618 artiglieri di Bonaparte, con 38 pezzi, disfecero – dopo una lotta epica – i 28.000 fanti e i 9.000 cavalieri di Melas, appoggiati da 115 cannoni.
Ma sulle vicende empolesi nel 1799 si può ormai dire qualche cosa di più, mettendo insieme altri particolari attinti a fonti di cui il buon Lazzeri, ai suoi giorni, non poteva essere a conoscenza, e questo ci proponiamo di fare… appena ci sarà possibile, e cioè quando ci saremo liberati da gravosi impegni urgenti.
A proposito del 1799, il cronista empolese dice, fra altro, che da quell’anno fino al ritorno in Toscana del Granduca Ferdinando III, nel 1814 Empoli vide passare quasi di continuo truppe italiane o straniere – « e Francesi e Pollacchi, e Fiamminghi, e Olandesi e Còrsi, e Croati e Napoletani, e Italiani d’ogni sua contrada, e Inglesi ancora benché in poco numero » – « in guisa che possiamo darci il vanto di Ulisse qui mores hominum multorum vidit, non già per mezzo di lunghi viaggi come esso, ma bensì senza muoverci per così dire da casa »1.
Nel 1799, un piccolo contingente di truppa francese – circa 120 uomini di fanteria, altrettante di cavalleria ed un cannone – venne a Empoli da Firenze al comando di un ufficiale, Espert, per reprimere un movimento di reazione contro le novità « democratiche » instaurate in Toscana a seguito dell’occupazione francese.
L’agitazione fu repressa, l’albero della Libertà ripristinato, e l’Espert ritornando a Firenze, lasciò alcuni usseri di guarnigione e « un tal Ponte in qualità di comandante della piazza di Empoli e Samminiato ».
E a Empoli il Ponte e il piccolo presidio restarono, dice il Lazzeri, fino alla mattina del 5 luglio, quando, per le vittorie austro-russe, i francesi furono costretti a sgombrare anche la Toscana.
Come si sa, l’esercito del repubblicano che combatté sulla Trebbia contro le forze austro-russe al comando del Suvarof, fu la cosiddetta armée de Naples, che agli ordini di McDonald aveva lasciato Napoli sul principio del maggio e s’era diretta, attraverso il regno, lo Stato Pontificio e la Toscana, verso il Piacentino per tentare di ricongiungersi con l’armée d’Italie, che, disfatta a Magnano e a Cassano, aveva dovuto abbandonare la Lombardia e ritirarsi in Liguria.
Dopo aver lottato « ostinatamente » contro gli austro-russi sulla Trebbia (17-18-19 giugno 1799), il McDonald, « disperato – dice il Ricotti – di poter spuntare il nemico, ripassò l’Appennino e per la Toscana riparossi [anche lui] nel Genovesato ».
Ora, nella marcia di ripiegamento attraverso il Granducato, una delle colonne del McDonald transitò proprio per Empoli. La notizia risulta dal cahier du chef d’état major L.Berthier pubblicato da Edouard Gachot, in appendice al suo interessante volume sulle campagne del 1799 2.
Il quale cahier alla data del 16 messidoro reca: « Le parc d’artillerie de l’Armée de Naples est parti de Florence pour se rendre à Empoly, le 17 à Ponte Sera [Pontedera], le 18 à Pisa, le 19 à Viareggio, le 20 a Pietra Santa et, de là, sur Lerici pour y embarquer pour Gênes ».
Furono, dunque, elementi dell’esercito del McDonald gli ultimi reparti francesi che nel 1799 passarono per Empoli, e si può credere che i pochi usseri di guarnigione e il comandante Ponte si unissero a loro abbandonando la nostra città, in cui non avevano più che fare. Le date d’altronde del Lazzeri e del Berthier coinciderebbero, perché, se non erriamo, nel 1799, il 16 Messidoro dovette corrispondere al 5 o al 6 luglio.
Poiché s’è citato il libro del Gachot, spigoliamovi un’altra curiosa notizia.
Nell’ armée d’Italie, che combatté in Lombardia nel 1799 al comando prima dello Scherer e poi del Moreau, era in voga una canzonetta detta del cucù della quale il carnet de campagne del sergente Landou ci ha tramandato il testo en mauvais italien:
Vieni vieni Teresina
per vedere il bello cou-cou
Cou-cou canta alla mattina …
che no se puol dir de più 3 .
Quando i « cisalpini » del gen. Pino – di cui il buon Lazzeri si ricordava con spavento – furono a Empoli fra il 17 e il 24 dicembre 1800, chissà se quella canzonetta, di origine probabilmente lombarda, non abbia risonato anche fra le mura della nostra città!
1) L. Lazzeri, Storia di Empoli, Empoli, 1873 pp. 161-162
2) E. Gachot, Les campagnes de 1799. Souvarov en Italie, Paris, p. 460
3) Gachot, op. cit. p.55, n. 1
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