Emilio Mancini storico, giornalista e scrittore empolese

Mese: Settembre 2024

In tema di “feste grosse”

Dal Piccolo di Domenica 14 settembre 1924 n.17  (pag.3)

In tema di “feste grosse”

 

A colloquio con uno che ne ha viste quattro:

Paolo Fabiani

 

 

Sotto il titolo:

Mentre s’ inizia la tradizionale settimana delle feste venticinquennali del Crocifisso delle Grazie. A colloquio con uno che ne ha viste quattro, l’egregio concittadino Sig. Umberto Cecchi pubblicò nel Nuovo Giornale  del 23 agosto u.s. una piacevole intervista, che ci consente, ora, di riprodurre sulle nostre colonne, con l’aggiunta di qualche battuta, perdutasì nel testo primitivo per la fretta della trasmissione. Si tratta di una pagina di cronistoria empolese rivissuta con giovanile vivacità e piena di particolari interessanti e simpatici.

Empoli, 23 agosto

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Un neutralista ed un interventista d’ altri tempi

 

Un neutralista ed un interventista d’ altri tempi

 

di Emilio Mancini

da:
Il Marzocco, n. 10, 11 Marzo 1917
Firenze, Tipografia L. Franceschini

 

 

Quando il buon medico empolese, il dott. Ippolito Neri, stava narrando nei dodici canti della Presa di Samminiato le amene imprese de’ suoi facili eroi, la Toscana sonnecchiava sotto il governo di Cosimo III, il penultimo granduca mediceo che molto teneva al suo titolo di canonico di San Pietro, molto a vivere in pace con Dio, coi santi e con gli uomini. Continua a leggere

Vittorio Fabiani: Per Ippolito Neri

Ippolito Neri, dottore e poeta in Empoli

 

PER IPPOLITO NERI

di Vittorio Fabiani

 

da: Miscellanea Storica della Valdelsa

Anno XXV, fasc. 1,  15 maggio 1917

 

Il prof. EMILIO MANCINI in un suo articolo: Un neutralista ed un interventista d’ altri tempi, pubblicato su Il Marzocco dell’ 11 marzo 1917, discorrendo i briosi e piacevoli versi de La Presa di Samminiato, tratteggia il beato panciafichismo del poeta empolese Ippolito Neri, che, vissuto sotto il governo di Cosimo III (il penultimo Granduca mediceo, molto geloso del suo titolo di Canonico di S. Pietro e molto desideroso di vivere in pace con Dio, coi santi e cogli uomini), scioglieva inno tradizionale alle  « tre volte felice età dell’ oro…. perché non usava ancora in terra quel mestieraccio porco della guerra »: e di contro, come per antitesi,  traccia il profilo di un altro empolese, Vincenzo Salvagnoli, insigne giureconsulto, economista e statista, il quale «anzi credeva la guerra unica panacea per guarir l’Italia da’ molti suoi mali ed esaltava in prosa e in rima quel Bonaparte che della guerra fu maestro e donno  ed anche il nipote di lui che la guerra venne a portare fra noi ».

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