UN ALLIEVO DI ENRICO POLLASTRINI :

PADRE FORTUNATO DA EMPOLI

di Emilio Mancini

da: Liburni Civitas, 1940, pag. 209-10

 

 

Mentre Enrico Pollastrini, l’illustre pittore livornese, la cui fama è raccomandata in special modo ad una vasta tela assai celebrata un tempo, « Gli esuli di Siena », composizione teatrale, di irreprensibile correttezza, come in generale i lavori della frigida scuola accademica, viveva le sue ultime ore nella sua camera fiorentina, gli allievi suoi piangevano, narra il Pera (1 ) , «come se vi spirasse un padre in mezzo alla corona dei figli ».

 « E quando – continua lo stesso biografo – la gravezza del male non gli permise più di articolar parola », il pittore morente « si fece in tender con cenni all’amico e discepolo Fortunato da Empoli di volerlo compagno nel trasporto all’ultimo asilo dei morti. Poco dopo un mormorio di gemiti…. risuonò… » .

Era l’11 gennaio 1876. … Con lui si spegneva uno dei più valenti pittori dell’età sua, un pittore, scrisse Luigi Servolini (2 ) , che

« intuì la pittura nuova, trasse profitto dai migliori insegnamenti accademici, derivando una grazia squisita nel comporre  ed un segno tutto limpidità, tutto purezza ».

Ottimo, paterno maestro, alieno dalla pedanteria, era « ombroso e irascibile » , a quel che ne dice nelle sue Memorie il Dupré, un carattere scontroso e difficile insomma, ma in fondo buono come il pane.

Amava vivere in povertà e forse anche per questo predilesse il suo allievo francescano, Padre Fortunato da Empoli, che lo assistette in punto di morte.

Questo fraticello, che godeva le confidenze amichevoli del pittore labronico e talvolta ne svagava la « cupa mestizia » e ne « consolava le solitudini della mensa e dello studio con modi schietti e doni frugali » era, nel secolo, Giuseppe di Giovan Battista Bogani, nato in Empoli il 13 febbraio 1823 , morto a Montughi il 15 marzo 1899.

Era entrato nell’ordine dei Minori Cappuccini a vent’anni, il 20 ottobre 1843, nel convento di Montepulciano. Egli apparteneva alla stessa famiglia Bogani, che tiene officina di carradore in Empoli, a fianco della Chiesa di S. Antonio abate, ad una famiglia cioè in cui fu tradizionale il sentimento d’arte.

 

 

PADRE FORTUNATO DA EMPOLI – S. AMBROGIO

 

Il P. Felice da Porretta, nel suo magnifico volume Memoriale dei ff. Minori Cappuccini della Toscana, nel far cenno del confratello empolese, scriveva :

« Di questo Padre si potrebbe dire moltissimo qualora egli si fosse applicato con assiduità e più di proposito alla pittura, per la quale nei primi anni di vita religiosa mostrò una speciale tendenza ed un genio particolare. Ne apprese i princìpi sotto abili e valenti maestri; è doloroso quindi constatare, qualunque ne sia stata la causa, come egli venisse meno alla comune aspettativa.

Ci ha però lasciati alcuni suoi buoni lavori, come un S. Ambrogio per la Collegiata di Empoli, un quadro con la Vergine e S. Felice per la nostra Chiesa di Colle, una Vergine Addolorata e la Madonna della Buona Speranza che si venera nella nostra Chiesa di Montughi; vari ritratti, specialmente dei suoi mecenati, i Baroni Albergotti d’Arezzo » (3 ) .

Nella sua Storia dei Cappuccini Toscani, il dotto P. Sisto da Pisa, accennando ad un affresco, Il perdono d’Assisi, quasi scomparso, poi rinnovato, in un tabernacolo in fondo alla scesa del convento di Montughi, soggiunge :

« Mi viene detto che le teste del primitivo affresco furono serbate dal nostro pittore P. Fortunato Bogani da Empoli : ove poi andassero a finire non sappiamo » (4 ) .

La Vergine con S. Felice si vede dipinta su tela nella chiesa dei Cappuccini di Colle d’Elsa, nella cappella prossima alla porta dal lato sinistro. Il S. Ambrogio dipinto da P. Fortunato si trova nella Insigne Collegiata di Empoli, nel pilastro a sinistra dell’altare della SS. Annunziata, presso la sacrestia.

Nel pilastro di destra è dipinta, di mano di altro pittore empolese della seconda metà dell’ottocento, S. Caterina d’Alessandria. È opera di Angelo Figlinesi, fratello del conte Ercole, avvocato e patriota liberale; un modesto pittore che forse in questo lavoro dette la miglior prova dell’arte sua.

Per la giovane santa alessandrina, secondo quello che ci hanno tramandato i nostri vecchi, posò un’avvenente popolana, certa Emilia Latini, detta la Saurina, andata sposa ad un Gaspare Bagnoli, garzone del contadino Morelli, che aveva i campi dove ora sorge la Casa di Riposo « Vincenzo Chiarugi » .

E così avvenne che la bella Saurina, nel mistico atteggiamento della Santa della ruota, entrò a far parte del candido esercito delle vergini e martiri, ma soltanto in effigie, a quel che ci hanno tramandato i nostri vecchi, che la sapevano lunga.

Nei due pilastri della cappella dirimpetto, che è quella settecentesca dell’Immacolata Concezione, altri due santi sono rappresentati: a sinistra S. Giuseppe, attribuito all’Empoli, « grande figura – dice il Giglioli dipinta ad affresco con una certa grandiosità » (5 ); a destra S. Andrea, tela di Nicola Bogani di Empoli, cugino, se non erro, del nostro Padre Fortunato.

Così i quattro santi dei pilastri del transetto della Collegiata sono opera di pittori locali, su cui come aquila vola Jacopo Chimenti, il buon secentista, il pigro ghiottone che il Ligozzi soleva chiamare non più l’Empoli, ma l’Empilo (6) .

Umile nell’arte come nel suo cordiglio francescano, Padre Fortunato da Empoli, non ultimo fra gli allievi di Enrico Pollastrini, scrisse di nuovo il nome della terra natale nella storia della pittura, sia pure all’ombra discreta di una nota marginale.

 

EMILIO MANCINI

 


 

Note

 

(1 ) F.  PERA, Appendice ai ricordi ed alle biografie livornesi, Livorno, P. Vannini e F., 1877 , p. 221 .

(2 ) L. SERVOLINI, Enrico Pollastrini, in « Liburni Civitas », 1928 , fasc . IV.

(3 ) P. FELICE DA PORRETTA O. M. C. , Memoriale dei ff. Minori Cappuccini della Toscana nel IV centenario della loro provincia ( 1532-1932 ), Firenze, Convento dei Cappuccini a Montughi, 1932 .

(4) Firenze, Barbèra, 1906, vol. I, p. 440, in nota.

(5 ) O. H. GIGLIOLI, Empoli artistica, Firenze, Lumachi, 1906 , p. 36.

(6) F. BALDINUCCI, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, Firenze, V. Batelli, e C. , 1846 , vol . III , pag. 16 ; G. BATTELLI, Notizie inedite sull’Empoli, in « Arte e storia di Firenze, 15 luglio 1915.