Emilio Mancini storico, giornalista e scrittore empolese

Autore: Paolo (Pagina 6 di 7)

Storico locale, giornaliste e scrittore

L’invito a Emilio

L’invito a Emilio Mancino Lepido  

 

(E’ Permesso?!, 18 Maggio 1924)

(Versi sciolti o meglio ruzzolati, tradotti dal latino di Axillus)   

 

 

O tutto-sale, o tutto-pepe, o lepido Mancino Emilio, o in tutto e in tutti il comico – intendi il “lato comico” prontissimo a rintracciare, a perseguire, a mettere leggiadramente in mostra, ad ammannircelo in boffici meringhe ed in batuffoli lievi, conditi di piccanti spezie, chè taci, o tutto-sale, Emilio Lepido? Continua a leggere

Olinto Pogni e la Madonna del Pozzo

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Sorge l’Oratorio sulle rovine di un albergo.

 

Sul Campaccio degli Alessandri (così chiamava il popolo un terreno fuori e presso la Porta Fiorentina di Empoli, lasciato da quella famiglia, che ne era proprietaria, inculto ed in perfetto abbandono) terreno che oggi, mutato affatto aspetto, ha potuto assumere il nome ufficiale di Piazza Vittorio Emanuele, ed è una delle migliori piazze della nostra Città, esisteva nel medio evo, come a molti è noto, un albergo assai ampio e provvisto, dal titolo della Cervia. Continua a leggere

Gli appunti di Emilio: Vincenzio Chiarugi

 

Conservati con amore e infinito rispetto dalla figlia Andreina, iniziamo qui la pubblicazione degli appunti manoscritti di Emilio.

Che era solito preparare i suoi articoli con scrupolo e dedizione, ricercando notizie e riferimenti sulla stampa o su i documenti d’archivio. Poi stendeva i suoi pezzi con chiarezza, basandosi sempre su fatti certi e documentati. Si consultava con studiosi e corrispondenti, esperti sull’argomento trattato.

In quel caso l’Archivio conserva i carteggi, che vengono qui riprodotti. Continua a leggere

Emilio Mancini su Brivido

un-disegno-di-brivido-per-il-processo-dei-fatti-di-empoli-del-1921

 

UN UMORISTA VALDELSANO

ALBERTO MANETTI (“Brivido”)

 

Da: “Miscellanea Storica della Valdelsa”

Annata L (1942 – XX)

fasc. 1-2

 

di Emilio Mancini

 

In una primavera ormai lontana, sulle colonne di un settimanale empolese amichevolmente esaminando le promettenti virtù artistiche e le prime prove dei giovani pittori della città, dopo aver parlato di Nello Alessandrini e di Mario Mazzinghi (anch’egli di recente scomparso), non dimenticavo l’amico Alberto Manetti, il quale, «benchè nato sulle pendici di Poggio Bonizio, tuttavia — dicevo allora — qui in Empoli da lungo tempo risiede, sicchè quando avrà acquistato un po’ di gloria, ne toccherà un pochino anche a noi, che lo abbiamo visto in incubazione».Se non della gloria, arrivò, e presto, il giorno della notorietà, una notorietà larga e simpatica, come quella che derivava da un temperamento di artista e di umorista, da un’attività onesta e geniale. Continua a leggere

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