Emilio Mancini storico, giornalista e scrittore empolese

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Un po’ campagnolo, un po’ marchese

Empoli e Cosimo Ridolfi

Dal Piccolo, 3 agosto 1924

 

Diamo, come promettemmo, il testo preciso del discorso pronunciato dal prof. dott. Emilio Mancini

nella sala dei Gelosi Impazienti per la circostanza della solenne premiazione alla Scuola dei Coloni.

 

Non una compassata biografia vengo oggi a tessere dinanzi a voi, egregi signori, non un elogio solenne imposto dalla fredda celebrazione di un rito commemorativo, bensì a suscitare ricordi grati e onorevoli quando Empoli nostra, dentro la cerchia delle sue mura ferrucciane stava in pace modesta e operosa; ad evocare un’alta e nobilissima figura che può ancora, con lo splendore dell’esempio, illuminare ai buoni ed ai volenterosi la via da percorrere nella travagliata società moderna. Continua a leggere

Vincenzo Salvagnoli e la sua Terra natale

Vincenzo Salvagnoli e la sua Terra natale

 

negli anni 1859-1860

 

di Emilio Mancini

 

da:

La Miscellanea Storica della Valdelsa, anno XXVI , (fasc. 2-3), n.  75-76, anno 1918

 

 

Nello stesso giorno in cui Vittorio Emanuele II rialzava la gloriosa bandiera prostrata a Novara e rinnovava la guerra all’Austria, in Firenze, auspici il Bartolommei, il Peruzzi, Giuseppe Dolfi, don Neri Corsini, in una mirabile comunanza d’ intenti, patrizi e popolani dirigevano quella pacifica rivoluzione, che doveva rendere alla gran madre Italia la gentile Toscana. Continua a leggere

Vincenzo Salvagnoli a Milano nel 1848

Vincenzo Salvagnoli a Milano nel 1848

Articolo del Piccolo, 9 aprile 1916

Firmato Spig. (Spigolino) e a penna E. Mancini

 

La prima notizia che Milano era insorta contro gli austriaci giunse a Firenze il 21 Marzo 1848, quando già per le strade della città lombarda da tre giorni si combatteva la lotta iniziatrice della prima guerra dell’indipendenza.

Il governo granducale era presieduto dal Marchese Cosimo Ridolfi, il Gonfaloniere di Firenze era il Barone Bettino Ricasoli. Continua a leggere

Ulivo Bucchi, appunti

Ulivo Bucchi

di Emilio Mancini

 

Ulivo Bucchi fu oggetto di attenzione da parte di Emilio Mancini, in quanto insegnante e personaggio di spicco nella cultura empolese del primo ‘800. Pubblichiamo l’intera cartellina di appunti, come esempio di serietà di ricerca e scelta di argomenti, che erano alla base dell’attività dello scrittore.

 

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Garibaldi in Valdelsa nel 1848

GARIBALDI IN  VALDELSA  NEL 1848

 

 

Antica fotografia originale di Giuseppe Garibaldi, Archivio Mancini Firenze

 

Da: La Miscellanea Storica della Valdelsa, n.131-132, anno 1937

 

Nel cuore dell’estate di quel fatale 1849 che spense nel sangue il primo ardore della riscossa italiana, Giuseppe Garibaldi usciva da Roma, con 3000 volontari cui aveva promesso “ fame, sete, marce, battaglie e morte”.

Dietro di lui fumavano i ruderi gloriosi delle ville gianicolensi, dinanzi brillava ancora una speranza: soccorrere Venezia dove il vecchio Leone asserragliato mandava gli ultimi ruggiti.

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Il nostro impareggiabile Pinguino

La Pagina Azzurra

il nostro impareggiabile Pinguino

di Emilio Mancini

 

da: Il Piccolo, 13/2/1910

 

Tre pinguini in ceramica rimasti in Archivio; ogni volta che pubblicava un articolo firmandolo “Pinguino”, Emilio ne comprava uno per ricordo.

 

L’illustre Pinguino, dopo la fatica dell’esordio, perchè il rossore, che nel primo presentarsi al pubblico gli aveva avvampato la faccia, avesse tempo di dileguarsi, si è riposato sugli allori: un cuscinetto minuscolo dall’aspetto di un portaspilli.

Ma ora torna di nuovo a noi con il suo riso di Sileno bonario e arguto. Chi non ricorda, dinanzi alla caratteristica figura dell’illustre Pinguino il grande sofo dell’Ellade, quel che aveva sulle labbra l’ironia amara e con essa condiva alle menti sitibonde di nuovi veri i semplici parlari,  pieni di quella filosofia che aveva chiamata dal cielo in terra, dall’ardue vette metafisiche all’agora ateniese?

Il grande sofo aveva nel volto i beffardi, sgraziati lineamenti del caprino Sileno, ma per la sua gola aurea parlava l’usignolo delle Muse e nel suo petto brillava il divino splendore di mille cose belle. Continua a leggere

Il diabolo

La Pagina Azzurra

Il diabolo

 

di Emilio Mancini (Pinguino)

da: Il Piccolo 15/5/1910

Il diabolo, che quando venne al mondo, in Francia, si chiamò le Jeu du diable, è un gioco nuovissimo… d’un secolo fa. Non sto a descriverlo, tanto esso è ormai noto; solo dirò che è tutt’altro facile ad impararsi; occorre molta pazienza e destrezza, ma quando si è imparato, sembra desti tanto entusiasmo da non lasciarlo più.

Ne volete la storia? Eccovi serviti.

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Per la Facciata dell’insigne Collegiata di Empoli

PER LA FACCIATA DELL’INSIGNE COLLEGIATA DI EMPOLI

 

Un dovere – Brevi cenni storici – Gli studi e Ie pratiche per il  restauro

La perizia  dell’ arch. Castellucci – L’aiuto del Governo

di Emilio Mancini

 

Dal Piccolo del 14/8/1910

 

Il monumento più antico e più insigne di Empoli, la medioevale Pieve di S. Andrea, sotto le cui triplici navate pregò la pia contessa Emilia e, forse, dopo il sangue che arrossò l’Arbia, fremé assetata di vendetta l’ira ghibellina, esige che al più presto si ponga riparo alle offese che il tempo inferse alla marmorea facciata. Continua a leggere

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